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Channel: Articoli – Uomini e Donne in Movimento
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Guerra di classe e guerra di genere

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A Ferguson nel Missouri dopo l’uccisione del giovane afroamericano da parte della polizia, tre giorni di disordini affrontati con mezzi militari identici a quelli usati in Afghanistan. Se ne sono accorti “con sorpresa” i media americani e “Russia oggi” che ha ironizzato sulle lezioni di democrazia che vengono da Occidente.
I proletari come sempre si dividono tra proletari afgani ed americani, palestinesi ed ebrei, ecc., ecc., ma le armi da guerra, i blindati e gli elicotteri d’assalto no. Ed è stato facile rilevare che l’ideologia che vuole i proletari maschi “oppressori di donne” in Afghanistan o altrove è la medesima che sta dietro la guerra ai proletari “oppressori di donne” nel Missouri e in tutto il Mondo: la ideologia di guerra femminista che ha trasformato gli episodi di cronaca nera in episodi della guerra dei maschi contro le donne, ha spostato, nella percezione dell’opinione pubblica, il piano dell’ordine pubblico su quello militare: tra i due piani non c’è più soluzione di continuità e il potere di classe ne ha tratto le conseguenze: la guerra ai proletari, fino a ieri mascherabile dietro l’ordine pubblico, oggi è dichiarabile ed è conducibile nella cornice della ideologia di guerra, per l’occasione “fresca di stampa”, quella femminista. Dalla repressione poliziesca a quella militare il passo è decisivo: un salto di qualità che apre una nuova fase storica a mio avviso. L’impero in crisi deve armare i suoi eserciti antiproletari di una ideologia universalmente condivisa a legittimare un uso della violenza sempre più spietato e dal suo punto di vista assolutamente necessario.



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